lunedì 10 settembre 2007

Rientro

siamo rientrati,
ancora una volta tutti insieme. Il viaggio di ritorno è stato faticoso (siamo atterrati all'una e mezza questa notte...) e un senso di amarezza è rimasto.
Già avevamo avuto la sensazione di aver partecipato ad una conferenza articolata con qualche "guizzo" di assemblea, ma la modalità di adozione del documento finale ci ha lasciati a dir poco perplessi. Ci ha colpito molto come la discussione interna alle chiese protestanti sui famosi articoli della Costituzione europea nei quali si ragionava di radici cristiane europee e dei fondamenti morali si sia affievolita in pochi anni. E' indubbio che l'organizzazione di questa assemblea sia stata delicata, i molti temi assenti dal programma ufficiale ne sono stato uno dei segni. Mettere insieme visioni e tradizioni diverse non è facile, ma sappiamo che la comprensione, il rispetto e la franchezza sono elementi importanti per la costruzione di un percorso comune. Una delle conseguenze di quanto successo è stato l'aver creato lo spazio, o forse essersene riappropriati, per il confronto e il lavoro con le varie altre delegazioni. Ecco così che le sollecitazioni arrivate, le idee comunicate, la progettualità comune riprendono un po' di vigore, rimettono in circolazione le idee e la volontà di essere presenti nella consapevolezza che le sfide del dialogo ecumenico non sono esaurite e nell'umiltà del riconoscerci come parte di un percorso che non è solo il nostro.
Questa partecipazione è stata possibile e valorizzata durante i lavori dell'assemblea grazie ai cosiddetti "hearings": luoghi di incontro, dibattito e scambio tra delegati per i delegati dell'assemblea, organizzati dai delegati dell'assemblea: i temi erano i più vari dall'immigrazione alla disabilità, dal dialogo interreligioso, alla relazione tra Chiese ed Unione Europea, dalla ricerca di uno sviluppo economico eco-sostenibile alla conoscenza della relatà rumena. Sono stati comunicati contenuti, esperienze, progetti, e contributi alla discussione generale sui temi dell'assemblea che non hanno trovato spazio in plenarie di vaste proporzioni. i colori, le voci, le immagini proposte hanno permesso la creazione e il rafforzamento di legami personali e il senso di partecipazione ad un percorso ecumenico corale. Forse quello è stato il luogo che più ha risposto alle aspettative di molti che, paragonando l'esperieza di Graz (la seconda assemblea ecumenica che ha saputo più di ogni altra valorizzare il movimento ecumenico "dal basso") hanno trovato questa assmeblea troppo "istituzionalizzata".
Nei prossimi giorni ci ritroveremo ancora per fare valutazioni, diffondere quanto emerso da Sibiu, ma lo faremo in maniera coordinata proponendo iniziative esportabili e usufruibili da gruppi e non solo da singoli (come la lettura di questo blog).

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